Giochi di scuola: videogiochi, un’ idea di percorso didattico

Argomenti trattati
Giochi di scuola
- competenze etiche, di rispetto delle regole e degli altri
- competenze socio-emotive, di relazione, comunicazione, collaborazione e competizione
- competenze cognitive, quali la memoria di lavoro, il problem solving, il pensiero strategico e la creatività’.
- un’attività positiva e piacevole, automotivante e relazionata alla realtà;
- non e’ far finta di giocare;
- superare la paura della valutazione dell’insegnante.
- flessibilita’
- pianificazione
- autoregolazione emotiva
- inibizione della risposta
- memoria di lavoro
- attenzione focalizzata.
Il Videogioco come strumento di apprendimento
I videogiochi fanno parte della nostra nuova società tecnologica e il loro ruolo va ben al di là della semplice “industria del divertimento”. Il videogioco può diventare strumento di apprendimento importante per i bambini, non solo per i percorsi narrativi e contenutistici che può produrre, ma anche per la capacità di creare nuove grammatiche e nuove sintassi e di sviluppare il “pensiero parallelo”, che garantisce l’acquisizione di una pluralità di fonti e di stimoli in grado di implementare la flessibilità intellettuale e l’autonomia. Il videogioco permette di affiancare apprendimento e gioco (apprendimento per ricerca o per problemi)
Cosa serve per iniziare
Il videogioco è un programma interattivo a scopo ludico che coinvolge utente e device o più utenti fra loro: la grafica sostiene una sfida tra intelligenza naturale e artificiale. Per funzionare un videogioco ha bisogno di un device o di una piattaforma (come la PlayStation o il Game Boy) che ne sviluppi le caratteristiche multimediali in modo che l’utente possa interagire con esso.
Da chi viene creato?
Gli autori di videogiochi usano programmi e linguaggi specifici ai quali possiamo avvicinare i nostri studenti: C, C++, Java, Python… I videogiochi vengono creati da un team di developer: professionisti che ideano, progettano e creano l’universo alternativo, la narrazione e le regole di un videogame; il percorso che porta alla creazione di un gioco parte dall’idea, la scrittura del book, la creazione della grafica e dell’interfaccia utente, la costruzione dei personaggi e delle storie.
Come si “costruisce”?
In questo processo creativo bisogna costruire una narrazione veloce e coinvolgente e considerare le emozioni e la fantasia del giocatore.Il videogioco è un prodotto multimediale interattivo ad elevatissima componente creativa. L’ interattività è con ogni probabilità l’elemento che più lo distingue dall’opera filmica, ma il processo che porta all’ideazione e alla realizzazione di un videogioco è molto simile a quello necessario a produrre un film.
I developer lavorano in team composti da game designer, programmatore, sound engineer e tester. Il game designer è il professionista che trasforma una bella idea in un prodotto giocabile, ovvero un racconto la cui “storia” abbia la forma di un percorso interattivo in cui il protagonista non è più solo l’autore o il personaggio principale del gioco, ma anche e soprattutto il giocatore.
Come ideare il videogioco
Per ideare un videogioco bisogna considerare:
- il target di riferimento del gioco (età dei giocatori);
- la piattaforma di sviluppo;
- i tempi di sviluppo;
- il filone di riferimento: fantasy, horror, cartoon…
La prima cosa da fare è stabilire il tema e l’ambientazione del videogame e il tipo di gioco (gioco di ruolo, adventure game, sparatutto…). Bisogna poi sviluppare il sistema di gioco (regole, comportamento utente, punto di vista e caratteristiche del protagonista, dell’antagonista e di eventuali personaggi gregari…) e ordinare il sistema dei comandi (da mouse, da tastiera…).
Terminata questa fase ideativa inizia la fase di programmazione!
È importante far capire ai nostri studenti che per creare buoni videogiochi non basta solo aver giocato moltissimo, ma serve anche un curriculum ricco di buone letture. Pensate che i libri propedeutici per il creatore di videogiochi sono tre: Bibbia, Divina Commedia ed Odissea! In essi sono contenute praticamente tutte le possibili variabili di storie avventurose, fantastiche o realistiche inseribili anche in videogame. Sotto l’aspetto creativo un game designer è diverso da uno scrittore perché quest’ultimo elabora storie con un solo percorso e una sola fine possibile per i suoi racconti mentre il primo è chiamato a ideare contemporaneamente X percorsi e X finali possibili per il proprio protagonista. Il programmatore trasforma tutti gli elementi della storia in stringhe di testo che costituiscono quello che in gergo si definisce codice sorgente.
Il grafico realizza da un punto di vista artistico fondali e profili dei personaggi cioè da’ vita al contesto e all’universo del videogioco. Il sound designer completa con i rumori, cioè è il responsabile di uno dei tasselli più importanti nell’ottica della fruizione plurisensoriale del progetto. La colonna sonora ha un ruolo fondamentale nella creazione del climax di un gioco, e accompagna il giocatore come uno strumento che fornisce informazioni aggiuntive rispetto alla vista e suscita in lui emozioni. La sequenza di brani interagisce con le immagini potenziando il tono e l’intensità dei diversi momenti di gioco. Quello del tester è il lavoro più divertente: è infatti colui che ha il compito di provare il gioco e di individuarne i punti di forza e i bag del gioco (è il componente che permette l’autovalutazione del lavoro effettuato dal gruppo).
Categorie di Videogiochi
In base all’impegno del giocatore nei confronti dell’intelligenza artificiale e’ possibile distinguere due macro-categorie di videogame: i giochi di riflessione e i giochi di confronto. Nei giochi di riflessione l’elemento temporale non ha nessuna funzione o influenza sulle regole: il giocatore puo’ liberamente decidere come agire senza che i termini della sua scelta influiscano sui risultati perche’ la dimensione del tempo non esiste. Sono di solito costituiti da una successione di rompicapi. I giochi di confronto al contrario mettono sempre il giocatore di fronte a due ostacoli: un avversario e il tempo. Sono di questa tipologia i giochi sportivi.
Sulla base del contenuto acquista importanza un’altra suddivisione in tre categorie:
- giochi strategici: non hanno come scopo quello di sconfiggere avversari o eliminare ostacoli ma di raggiungere un obiettivo;
- giochi d’azione: legati alla capacita’ del giocatore di interagire in tempo reale con il programma grazie a comandi che simulano movimenti dell’avatar protagonista;
- avventure grafiche: sono le piu’ vicine alla produzione letteraria, fumettistica e cinematografica.
Per la struttura i videogame si suddividono in:
- arcade: per vincere servono abilita’ manuale e riflessi;
- simulatori di guida
- rompicapi (Tetris)
- adventure (Tomb Raider)
La trama di un videogioco deve prevedere un prologo che consente al lettore di entrare nel clima della storia a cui segue la parte interattiva che permette al giocatore di familiarizzare con l’ambiente (percorso addestrativo). Superata questa fase il giocatore e’ libero di muoversi nel vivo del gioco con sviluppi di trama alternativi e nella fase finale, costituita dai tanti finali possibili. Si crea poi lo storyboard insieme alla mappatura dello scenario e alle schede personaggio. Lo storyboard puo’ prevedere uno sviluppo nel tempo (lineare) o nello spazio (spaziale).
Conclusioni e obiettivi
Ecco la mia idea per un percorso didattico che cerchero’ di sviluppare nella mia classe prima di scuola secondaria di primo grado in questo anno scolastico grazie alla collaborazione dei miei colleghi di italiano (game designer), musica (sound engineer) e arte (grafico). Io cerchero’ di svolgere con i miei studenti il ruolo di programmatore per educarli al problem solving e al pensiero computazionale. Potro’ inoltre essere supportata da Francesco Mazzetta responsabile dalla Biblioteca di Fiorenzuola d’Arda che da tempo si occupa dell’uso dei videogiochi in biblioteca, considerata un altro tempio del sapere, insieme alla scuola.
Per descrivervi i videogiochi in questo mio post ho preso spunto dal testo “L’ABC dei videogiochi” di Roberto Genovesi.
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