Dieci punti per l’uso dei dispositivi mobili a scuola. BYOD
In occasione dell’evento nazionale “Futura” tenutosi a Bologna nelle giornate del 18-19 e 20 gennaio 2018, la Ministra Fedeli allo scopo di promuovere l’innovazione didattica, ha presentato i risultati dei gruppi di lavoro sull’uso dei dispositivi mobili a scuola. Più di 3000 docenti provenienti da tutta Italia e circa 2000 visitatori per questo anniversario del Piano Nazionale Scuola Digitale.
Durante l’evento la Fedeli ha parlato di 25 milioni di euro da investire per la formazione. “Rispondiamo così ad una delle criticità della prima fase del Piano Nazionale Scuola Digitale, la formazione delle e dei docenti”.
Il Decalogo, pubblicato dopo la manifestazione e disponibile sul sito del Miur, segue ciò che già era stato presentato nel PNSD (ottobre 2015) all‘azione # 6, dove veniva illustrato il Byod nelle scuole facendo un po’ di chiarezza sull’utilizzo dei device nella scuola.
Al paragrafo 2 dice:
“Bisogna insegnare a usare bene e integrare nella didattica quotidiana i dispositivi, anche attraverso una loro regolamentazione.
Una loro regolamentazione. E’ ciò che si chiede maggiormente, ciò che i docenti lamentano: una regolamentazione che metta al sicuro docenti e studenti, proprio per un buon uso di questi strumenti che, inseriti nella didattica quotidiana, possono, insieme a tutto ciò che la scuola già offre, implementare attività didattiche, cambiarle, renderle vive e interessanti, sempre più “vicine” al mondo attuale dei ragazzi.
……continua il documento….
“L’uso dei dispositivi promuove l’autonomia delle studentesse e degli studenti. È in atto una graduale transizione verso situazioni di apprendimento che valorizzano lo spirito d’iniziativa e la responsabilità di studentesse e gli studenti. Bisogna sostenere un approccio consapevole al digitale nonchè la capacità d’uso critico delle fonti di informazione, anche in vista di un apprendimento lungo tutto l’arco della vita.
Uso critico delle fonti di informazioni.
I nostri ragazzi navigano senza un criterio di scelta, senza una conoscenza delle fonti.
Il cambiamento è stato molto veloce. A mio avviso il “senso critico” della scelta doveva e deve partire dalla scuola. E’ compito di noi educatori insegnare a queste nuove generazioni COME navigare sul web, dove cercare le informazioni, come postare una foto, un video, creando un “tappeto” di valori di base che li aiuti nel tempo a fare le scelte appropriate e non cadere nel cyber bullismo come vittima o come predatore.
L’educazione al Web si impara da piccoli. Così come gli si insegna le regole di una buona convivenza civile in classe o nella società, in altrettanto modo va insegnato sia l’utilizzo di questi strumenti che l’accesso e la navigazione su Internet.
A tal proposito questi due semplici video sul bullismo ci aiutano a riflettere.
Paragrafo 5
“I dispositivi devono essere un mezzo, non un fine. È la didattica che guida l’uso competente e responsabile dei dispositivi”.
Un mezzo e non un fine. Non cambiano obiettivi e contenuti, ma strumenti e metodologie. Accompagnare, supportare senza stravolgere. Questi strumenti potrebbero accompagnare la didattica tradizionale, già piena di validità, renderla più interessante, più coinvolgente, più motivante.
In allegato la mia presentazione sul Decalogo, fedele all’originale:
https://docs.google.com/presentation/d/1aO6imCYoXidHKuGb2gRF9YkWnaQ0P1-lx6s8jbtlkuE/edit?usp=sharing
La ministra ha parlato anche di Educazione Civica Digitale
Dal documento stesso:
“Perchè educazione civica digitale?
Gli studenti attualmente a scuola sono indubbiamente la generazione più immersa nelle tecnologie digitali sino ad oggi e non possono essere lasciati soli nella gestione dei profondi cambiamenti offerti dalle tecnologie di informazione e comunicazione.
Questo è a maggior ragione valido se consideriamo che le stesse tecnologie, di cui gli studenti sono intensi fruitori, sono state prodotte e promosse da sistemi creati, finanziati e gestiti da adulti.
Le tecnologie hanno ramificazioni profonde per istituzioni, organizzazioni, norme sociali e persino valori fino a poco tempo fa considerati immutabili: siamo di fronte quindi a un cambiamento estremamente pervasivo, per definizione ricco di implicazioni a causa della crescita esponenziale di connessioni e interazioni, che non può essere ignorato”.
Come era ovvio che fosse, sulla rete è presente una ricca documentazione sull’argomento, da
e tanto altro, dove è possibile documentarsi, dire e pensare la propria.
Siamo indubbiamente in un’epoca di grande cambiamento. L’importante è non dimenticare il fine principe: il benessere dei nostri ragazzi, i grandi di domani.
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