MEMORIA nella nuvola? IL CLOUD COME CAMBIA LA DIDATTICA?
L’azione #22 del PNSD si occupa di piattaforme e-learning e cloud per la didattica e in questi giorni sto preparando dei corsi di formazione (corsi PON) per docenti e ATA su questo argomento… Le mie riflessioni partono dalle possibilità che ci offre la rete e che vi ho già raccontato in alcuni post precedenti:
sono le risorse che io utilizzo maggiormente insieme al Registro Elettronico (per la sola condivisione unidirezionale di materiali didattici), ma esistono tantissimi strumenti che ho provato ma a cui non mi sono affezionata come Dropbox, Edmodo…
Che cos’è la memoria? Quanto è importante nella didattica?
La memoria:
- è il fondamento leggero e robusto della nostra esistenza, conserva le nostre radici
- e’ un palazzo labirintico nelle cui stanze si affolla una infinita molteplicità di situazioni
- e’ inconsistente ma indispensabile: senza di essa tutto crollerebbe in mille pezzi
- puo’ essere ispirata da un sapore, un odore, un suono…
- nelle sue maglie stringiamo brandelli di vissuto che vanno difesi da una tragica diaspora
- si offre a noi come uno spazio dilatato nel quale, senza ordine, si riannodano fatti eterogenei ed echi
- è fatta di lacune e lacerazioni
Anche Wikipedia è una forma di memoria collettiva, di nuova enciclopedia del sapere diffusa. Si basa sul principio del Bold, Revert and Discuss (evidenzia, ripristina e discuti) cioè chiunque può intervenire sul contenuto della pagina ed effettuare una revisione. Cambia quindi sia il concetto di memoria che di informazione: la possibilità di accedere senza mediazioni ad ogni tipo di contenuto è la peculiarità che ha trasformato il nostro tempo nell’era dell’informazione. Siamo sempre informati su tutto e non perdiamo mai l’occasione di puntualizzare la nostra opinione, con il nostro privato in mostra, intimamente soggiogati dalla altrui approvazione.
Le tecnologie dei nuovi media hanno permesso a un medesimo contenuto di fluire attraverso molteplici canali e di assumere così forme molto diverse. I nostri smartphone non sono semplici device di telecomunicazione, ma ci permettono di giocare ai videogame, scaricare informazioni da Internet, scattare spedire foto messaggi di testo; noi siamo in grado di far convivere nello stesso device linguaggi diversi. Nel mondo dei media convergenti ogni notizia, opinione, pensiero ha diritto di cittadinanza. Nell’universo della rete, la circolazione dei contenuti dipende fortemente dall’attivismo e dall’interesse degli utenti. Da spettatori passivi diventiamo utenti-autori-fruitori: non esiste più la netta separazione tra chi produce informazioni e chi che consuma, ma partecipanti che agiscono e interagiscono secondo regole che nessuno conosce pienamente. La convergenza significa un cambiamento sia nel modo di produrre sia di consumare le informazioni: è una cultura partecipativa in cui con cui esiste una costante interazione fra produttore e consumatore dell’informazione. Parliamo quindi di intelligenza e di memoria collettiva. Dobbiamo insegnare come ricercare informazioni nel Web affiancando un attento lavoro di scelta, filtro e di verifica delle fonti per non ricadere in un analfabetismo funzionale. La competenza da far acquisire ai nostri alunni è comprendere, utilizzare e comunicare le informazioni perché all’esplosione dell’informazione digitale non si affianchi il pericolo della disinformazione (da “Misinformation” di Quattrociocchi e Vicini).
La scuola ha un ruolo fondamentale nell’educare i “nativi digitali” a non annegare dentro la marea di informazioni da cui sono circondati da grazie al pensiero critico a sviluppare tre S:
- SELEZIONARE
- SINTETIZZARE
- SPIEGARE
La sfida è condire di intelligenza le menti dei nostri alunni, anticipando i temi di domani senza intasarle esclusivamente con il passato (memoria attiva)!
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