Gianni Rodari e Scratch: quando il Coding e il Digital Storytelling facilitano l’integrazione
Ormai il termine coding (fortunatamente) è entrato nel linguaggio comune di molti insegnanti. Con esso anche numerosi portali, programmi etc, hanno visto un incremento dei loro iscritti e Scratch non fa eccezione.
Molti colleghi insegnanti mi hanno chiesto ulteriori spunti alle normali attività di coding con Scratch rispetto alle proposte che generalmente si trovano sul web. Pertanto una soluzione ( ma ne esistono veramente molte), riguarda il Digital Storytelling che integrato con Scratch permette di:
- Stimolare l’immaginario del bambino e sviluppare la sua capacità di apprendere attraverso i racconti;
- Apprendere gli elementi di base del linguaggio narrativo;
- Giocare con tecniche espressive/narrative digitali (Digital Storytelling);
- Giocare con il coding;
- Potenziare le capacità espressive e creative, individuali e di gruppo.
Ma cos’è il Digital Storytelling?
Lo Storytelling, o atto del narrare, è una metodologia che utilizza i principi della retorica e della narratologia al fine di inquadrare gli eventi della realtà e spiegarli secondo una logica di senso. Raccontare storie è il miglior modo per trasferire conoscenza ed esperienza, ma anche idee e valori. Secondo Jerome Bruner, la narrazione è il primo dispositivo interpretativo e conoscitivo di cui l’uomo fa uso nella sua esperienza di vita.
Attraverso la narrazione l’uomo conferisce senso e significato al proprio stare al mondo e su queste basi costruisce forme di conoscenza che lo orientano nel suo agire. Il Digital Storytelling deriva dallo Storytelling ma fa riferimento all’utilizzo di strumenti digitali per narrare una storia.
Da qui pertanto nasce la connessione con uno degli autori italiani più amati: Gianni Rodari.
Scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in testi per bambini e ragazzi, vincitore nel 1970 del prestigioso Premio Hans Christian Andersen.
Gianni Rodari viene ancora oggi considerato uno fra i principali teorici dell’arte di inventare storie.
Angela Federico, attualmente insegnante presso la scuola primaria E. Cornaro di Padova nonché collaboratrice presso il CTS-Sportello Autismo di Padova per attività di consulenza e formazione, mi aveva parlato in tempi non sospetti del racconto di Rodari intitolato Allarme nel Presepe (qui il link all’intero racconto), sul quale aveva fatto un profondo lavoro di ricerca e di analisi poiché avendo come tema principale l’integrazione dell’Altro, poteva essere un valido supporto per affrontare temi delicati a scuola. Angela nel presentare il racconto scrive: i temi trattati in “Allarme nel Presepe” sono quelli dell’accettazione del diverso, di come è importante sottrarsi al preconcetto, che si basa su false paure dettate dalla non conoscenza dell’altro che portano all’odio, alla violenza, al conflitto, alla guerra. Schiude riflessioni sull’ascolto e il pregiudizio, sull’identità personale e i messaggi di pace. L’ambientazione del presepe è metafora dell’intera società, non è luogo di origine di divisione religiosa e culturale, piuttosto è motivo di riflessione sui valori universali consegnati dalle tradizioni locali.
Allarme nel Presepe con Scratch
Il racconto di Rodari “Allarme nel Presepe” è parte del libro “Tante storie per giocare”, pubblicato per la prima volta nel 1971.
Allarme nel Presepe racconta di come un bambino nell’allestire il proprio Presepe decide di introdurre degli elementi non propriamente tradizionali: un pellerossa di plastica, un piccolo aeroplano con l’aviatore seduto nella carlinga e una bamboletta «hippy» con la chitarra a tracolla. Scesa la notte i classici personaggi e i nuovi arrivati iniziano a prendere vita e, trovandosi gli uni di fronte agli altri, prende avvio il racconto che vede tre finali diversi. Gianni Rodari però invita in maniera esplicita i lettori a mettere in gioco la propria immaginazione per inventare un finale diverso da quelli da lui presentati. Proprio dalla richiesta di Rodari, cioè di inventare un finale diverso, può prendere avvio il giusto spunto per integrare fantasia e coding.
Come sappiamo Scratch si presta a molteplici utilizzi (dalla costruzione di game veri e propri, a simulazioni scientifiche, etc..), ma sempre più spesso viene utilizzato proprio come strumento per il Digital Storytelling.
L’attività che vi propongo pertanto è la seguente: chiedere agli alunni di dividersi in gruppi (tra i 3 e i 5 bambini a gruppo), e di inventare un finale a proprio gusto. Ogni bambino potrà disegnare i personaggi della storia (compresi gli eventuali personaggi inventati previsti nei finali di gruppo) nonché disegnare le diverse ambientazioni. Fatto questo sarà possibile scannerizzare i lavori dei nostri alunni e inserire i personaggi come Sprite in Scratch e le ambientazioni come Sfondi. Non dimentichiamo inoltre che su Scratch è possibile registrare l’audio (o anche importarlo) e quindi sarà possibile registrare le voci degli alunni che potranno interpretare i vari dialoghi. Una volta caricati i personaggi su Scratch (diventati pertanto Sprite) si potrà procedere nel programmarli (qui il link a come iniziare a muovere i primi passi su Scratch) creando una storia interattiva digitale basata su un racconto scritto più di 40 anni fa ma ancora attualissimo per i temi affrontati.
Buon Digital Storytelling a tutti con Scratch e Gianni Rodari 🙂
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