Come realizzare una web radio per innovare la didattica
“Ricette di Innovazione” presenta
R@diolol: una web radio con podcast su una base di edutainment
Prende oggi avvio una nuova Rubrica dal titolo Ricette di Innovazione. In questi mesi ho avuto la fortuna di conoscere numerosi docenti (Animatori Digitali del Lazio) che hanno attuato pratiche innovative ma che purtroppo sono poco conosciute dagli altri colleghi. Ho pertanto raccolto (e sto continuando a farlo) alcune interviste che riportano una serie di best practice didattiche. Per best practice intendiamo l’insieme di esperienze, procedure e azioni più significative, o comunque, quelle che hanno permesso di ottenere i migliori risultati nel campo dell’innovazione didattica. La collega intervistata e che entrerà nel dettaglio del progetto della Web Radio (in modo da essere replicato) è Alessia Riccardi.
Alessia Riccardi, insegnante di lettere nella scuola secondaria di I grado presso l’I.C. “Oreste Giorgi” di Valmontone ha realizzato quella che molti di noi ritengono sia un’innovazione didattica a tutti gli effetti.
Molti insegnanti nel corso degli anni hanno sperimentato il giornalino di classe e/o di istituto, e nei tempi più recenti spesso si è passati ai blog o alle riviste digitali (qui un breve articolo).
Alessia ha spostato l’asticella un pochino più su, utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione e realizzando uno spazio sul web in cui sono pubblicati podcast e video ( http://radiogiorgi.blogspot.it/ ).
Il laboratorio di media education e la classe sono diventati uno spazio per creare contenuti didattici e informazione con un pizzico di creatività e una buona dose di divertimento.
– Ciao Alessia, vuoi raccontarci com’è nata l’idea di una web radio?
Fin da quando ho iniziato ad insegnare ho sempre utilizzato la tecnologia per rendere più efficiente e coinvolgente l’apprendimento, ma, com’è noto, la tecnologia perde il suo “effetto wow” rapidamente quando il suo utilizzo è quotidiano. Il problema ad un certo punto della mia vita professionale è stato quello di coinvolgere i ragazzi nello studio di alcune discipline, come la storia, che gli alunni vedono distanti dalla loro realtà quotidiana e inutili per la loro formazione. Ho ideato, perciò, una produzione di podcast di storia e storia della letteratura, con il format dell’intervista impossibile. Mi è sembrata l’idea giusta per attualizzare le discipline e avvicinare i ragazzi ai personaggi del passato. Volevo un’attività che rendesse gli studenti protagonisti dell’apprendimento, non solo nella costruzione del sapere, ma anche nella distribuzione e pubblicazione di quanto avevano prodotto. Una volta avviata l’attività sono stati proprio i ragazzi a proporre numerose altre rubriche e ogni anno se ne aggiungono di nuove. Quest’anno, ad esempio, con l’intento di realizzare delle attività sul modello del debate proposto da avanguardie educative di Indire, è nata la rubrica “E tu…che ne pensi?”, uno spazio con due esperti che dibattono e rispondono a domande su un argomento.
– Quali sono state le difficoltà che inizialmente hai incontrato?
I tempi lunghi per l’editing dei materiali e la difficoltà dei ragazzi di realizzare un prodotto sufficientemente chiaro. Ora, pian piano, stanno prendendo maggiore dimestichezza anche con la tecnologia e il carico di lavoro è più distribuito. La scuola in cui sono in servizio, inoltre, pur essendo beneficiaria di fondi relativi al bando FESR-PON per il potenziamento della WIFI, non ha ancora una rete efficiente, poiché sono state concesse proroghe per la consegna dei lavori, che non sono ancora iniziati.
– Come le hai superate?
Nel frattempo usiamo gli smartphone e i tablet con la connessione privata.
– Come hanno vissuto la tua idea i tuoi alunni, i genitori e perché no, i colleghi e il DS?
I ragazzi ne sono entusiasti, sono coinvolti in quel gioco della recitazione (facciamo che io sono…) in cui si cimentano fin da bambini e che continua ad essere percepito come tale anche dagli adulti; non è un caso che sia in francese sia in inglese si usi lo stesso vocabolo per significare l’azione di giocare e quella di recitare.
La registrazione audio, inoltre, è meno imbarazzante di un video in cui si è giudicati anche per il proprio aspetto: dietro una voce ci può essere chiunque, quello che conta è la sostanza di ciò che si dice, anche se l’interpretazione, la lettura espressiva ha il suo peso.
Nella registrazione entra in gioco la voglia dei ragazzi di essere al centro della scena, di divertirsi ed essere apprezzati dal gruppo dei pari, in un ambiente sicuro: ciascuno può contare sul fatto che la registrazione può essere ripetuta più volte, fino a quando non si arrivi alla forma desiderata o ad una forma facilmente emendabile con semplici operazioni di editing (nel nostro caso col software Audacity). Il feedback dei genitori appare molto positivo. Alcuni colleghi del consiglio di classe (scienze e lingua inglese) hanno prodotto dei materiali. I dirigenti mi hanno sempre incoraggiata e aiutata dandomi la massima fiducia.
Un consistente incentivo ci è arrivato anche dal premio Innovalascuola promosso Fondazione Rosselli e dalla Fondazione Roma (e che ha visto come coordinatrice dell’iniziativa la Dott.ssa Stefania Farsagli): abbiamo presentato la nostra idea e a decretare la vittoria è stata non solo la giuria dei tecnici, ma anche una giuria popolare costituita dagli altri studenti concorrenti. Anche Indire ha dedicato una pagina all’esperienza nella rubrica appuntamento con l’innovazione.
– Cosa è cambiato nella didattica?
I ragazzi sono diventati più propositivi, creativi, ora è impossibile tornare indietro alla lezione frontale. A volte anche introdurre l’argomento per 5 minuti e assegnare un compito cooperativo diventa difficile, vogliono intervenire per motivare, spiegare, suggerire.
– Consiglieresti di provare questa esperienza ai colleghi? Spiegane il motivo?
Certamente sì, per tutti i motivi sopra elencati. Senza dubbio si tratta di un’esperienza coinvolgente da tutti i punti di vista. Consente di lavorare in modo creativo e attivo su tutte le discipline. Si può svolgere per step successivi fermandosi semplicemente allo studio dei materiali e alla costruzione della sceneggiatura da “recitare” in classe. Si può decidere di registrare solo dopo più prove di lettura quando si è certi del risultato finale e non c’è bisogno di lavorare a “ripulire” la registrazione dagli errori.
Questa rubrica si chiama Ricette di Innovazione.Prova a dare la ricetta della tua innovazione didattica in modo sintetico ma nello stesso tempo in modo che i tuoi colleghi potrebbero replicarla.
Difficoltà: Bassa
Tempi di preparazione: una settimana di preparazione dal parte del docente per
- Installare il programma audacity le librerie adatte a esportare il file in formato mp3 (qui una guida all’installazione)
- Installare l’app su tablet per usarlo come un registratore
- Scaricare i file da bensound.com per realizzare le sigle o le basi musicali
- Creare un account su podomatic e capirne il funzionamento
- Creare, eventualmente, un account su dropbox, per depositare i materiali da lavorare e fare in modo che siano sempre disponibili per chi li deve editare.
Cottura: 15 giorni per lo studio dell’argomento, la ricerca on line, la presentazione dei materiali con una didattica multicanale (video alla lim, testi, pagine web), restituzione alla lim per gruppi di lavoro, più 2 ore di lavoro in classe per gruppi alla costruzione della sceneggiatura. 2 ore di lavoro a casa per il perfezionamento e 2 ore di lavoro per selezionare e assemblare i materiali appartenenti ai diversi gruppi. In alternativa si può operare una scelta, attraverso una scheda di valutazione, del lavoro più adatto alla pubblicazione. Questa fase si salta se il lavoro da realizzare è tanto lungo che può essere frammentato in più parti, che vengono assegnate a ciascun gruppo; in questo caso tutti pubblicano una piccola parte. Si suddivide il lavoro in questo modo quando si deve affrontare la riscrittura creativa di un’intera opera, ad esempio ho utilizzato questa modalità per la riscrittura creativa delle cronache dal campo di battaglia dell’Iliade. 30 minuti per la registrazione con un’applicazione per tablet o con audacity. 1 ora per l’editing del singolo podcast.
Dosi per: Minimo 4 studenti fino al numero di persone che si riesce a coinvolgere
Costo: Basso per ciò che riguarda la tecnologia, Medio per l’impegno orario aggiuntivo richiesto al docente
Ingredienti:
1) Software open souce Audacity per registrare ed editare. Esistono inoltre diverse app per android scaricabili, da play store, come ad esempio l’app free registratore vocale, per registrare con smartphone o tablet
2) Account su piattaforma free Podomatic.com
3) File mp3 royalties free da Bensound per realizzare le sigle e le basi
4) Un pc per registrare ed editare (per la ricerca sul web e la costruzione dei pezzi occorre almeno un pc per gruppo)
5) Un tablet o uno smartphone per registrare fuori dall’aula
6) Connessione internet
Fasi da compiere
Per la riuscita di questa ricetta di innovazione sarà necessario parlarne preventivamente con la classe e capire se anche solo una piccola parte dei ragazzi è disposta a mettersi in gioco, pian piano anche coloro che all’inizio sono più restii vorranno essere coinvolti. E’ necessario parlarne con il Dirigente scolastico e verificare la coerenza del progetto con il PTOF, presentare il progetto al Collegio docenti per avviare un laboratorio a classi aperte in modalità di ampliamento dell’offerta formativa o condurre le attività in aula nell’orario curriculare. Prima di iniziare le attività occorre preparare una liberatoria per l’utilizzo delle immagini e dei testi prodotti dai ragazzi a soli fini di documentazione didattica, la liberatoria va fatta firmare all’inizio di ogni anno scolastico. Quando i primi prodotti saranno disponibili si potrà organizzare un incontro per presentare il progetto ai genitori ed, eventualmente, coinvolgerli in qualche rubrica (interviste ai genitori per l’attività di orientamento alla scelta della scuola superiore). E’ opportuno pubblicizzare l’attività inserendola nella galleria delle attività sul sito dell’istituto.
Ringraziamo Alessia per il suo tempo e per la disponibilità nel condividere pratiche di innovazione didattica. Abbiamo conosciuto Alessia nel percorso di formazione per gli Animatori Digitali del Lazio e vi assicuro che continuerete a sentire parlare di lei, perché la vera innovazione parte dal basso, dagli insegnanti che proprio come lei (e come tutti voi) non hanno paura di sperimentare e mettersi in gioco.
Quindi ora che avete la ricetta, non potete non provare anche voi!
Buona Web Radio scolastica a tutti 🙂
Breve biografia di Alessia Riccardi
Mi sono laureata in lettere e, subito dopo, ho frequentato corsi professionali per programmatore in linguaggio C++ ed esperto in gestione informatizzata di biblioteche. Come per molti docenti il mio precariato è stato decennale, per un anno ho insegnato presso il Gymnazium Hustavni di Praga, nella sezione bilingue ceco-italiana e in diverse scuole secondarie di primo e secondo grado.
Sono entrata in ruolo nella scuola secondaria di primo grado e, per diversi anni, ho ricevuto incarichi come tutor e coach nel piano nazionale diffusione LIM, coordinato da Indire. Ho curato costantemente il mio aggiornamento professionale, non solo nell’area informatica. L’esperienza di formazione più significativa è stata le frequenza del master in metodi e tecnologie per l’e-learning, presso l’università di Firenze: ho acquisito le basi pedagogiche e tecnologiche per realizzare una didattica più efficiente. Attualmente insegno presso la scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Giorgi di Valmontone e rivesto il ruolo di Animatore Digitale.
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