Data Literacy: la competenza del futuro
Il termine Data Literacy può essere tradotto in italiano in alfabetizzazione dei dati, o meglio la capacità di trarre informazioni significative da dati.
L’alfabetizzazione dei dati include una serie di competenze, tra cui:
– Discriminare i dati in base all’utilizzo specifico;
– Interpretare correttamente grafici e tabelle;
– Attivare il pensiero critico in base alle informazioni provenienti dalle attività di analisi dei dati;
– Conoscere i maggiori strumenti e metodi di analisi di dati nonché saperli utilizzare;
– Riconoscere quando i dati vengono manomessi, travisati e utilizzati in maniera fuorviante;
– Comunicare informazioni in merito ai dati a persone che non hanno competenze in materia (data storytelling).
Qui il link all’intervento di Uldis Leiterts (co-fondatore di Infogr.am) al TEDx Talk, dal titolo The Age of data Literacy.
Se all’estero è già da un paio di anni che si parla dell’importanza della Data Literacy per le nuove generazioni (il video di Uldis Leiterts è del 2014!), finalmente anche in Italia l’attenzione sulla capacità di lettura e analisi dei dati sta aumentando.
Il 28 luglio è stato presentato il rapporto del Gruppo di Lavoro Miur sul tema Big Data.
Fra gli obiettivi individuati dal Rapporto vi è:
– l’inserimento di moduli di data science in tutti i corsi di studio universitari, percorsi di laurea magistrale e master dedicati;
– un’attenzione specifica al tema dei Big Data nei bandi che scaturiranno dal Programma Nazionale per la Ricerca;
– una maggiore educazione al valore del dato nelle scuole come parte dello sviluppo delle competenze digitali;
– percorsi didattici sui dati Big ed Open;
– il miglioramento della fruizione e diffusione del vasto patrimonio informativo del Miur, anche integrato con fonti di dati esterne.
(Qui il link al comunicato stampa completo del Miur).
Ma perché tutto questo interesse?
La risposta è abbastanza semplice. La capacità di analizzare i dati anche in maniera predittiva in merito (immaginiamo) al comportamento degli utenti, ovvero la possibilità di estrarre valore dai dati, etc, avrà una ricaduta sul processo decisionale rendendolo più consapevole. Migliori decisioni porteranno ad una maggiore efficienza operativa, riduzione dei costi e riduzione del rischio.
La ricerca sull’uso efficace delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per lo sviluppo (noto anche come ICT4D) suggerisce che la grande tecnologia di dati può dare un contributo importante in aree di sviluppo critiche come la sanità, l’occupazione, la produttività economica , la criminalità, la sicurezza, i disastri naturali e la gestione delle risorse.
Ma cosa possiamo fare noi insegnanti?
Abituare i nostri alunni alla lettura di grafici e tabelle è già un buon esercizio. Esistono poi dei programmi che permettono la realizzazione in maniera molto semplice di infografiche; pertanto far utilizzare questi tools ai nostri allievi per costruire delle infografiche vuol dire abituarli a ragionare in maniera logica, attivare il pensiero critico, discriminare le informazioni e individuare quelle più importanti, etc senza dimenticare come l’utilizzo di forme grafiche possa stimolare il pensiero creativo.
Cos’è un’infografica?
L’infografica è un’informazione rappresentata in forma grafica e visuale piuttosto che testuale.
La prima infografica può essere fatta risalire al 1861. Attraverso un grafico di facile lettura, venne rappresentata la disastrosa marcia su Mosca di Napoleone. L’autore di questo grafico, Charles Joseph Minard, è riuscito a rappresentare in una singola immagine bidimensionale, quattro diverse variabili che hanno contribuito al fallimento della marcia: la distanza e la direzione, le quote d’altitudine, le temperature incontrate durante la marcia e la quantità di soldati morti.
Di Charles Minard (1781-1870) – Wikimedia
Senza andare così indietro nel tempo possiamo guardarci intorno per scoprire quanto utilizziamo il linguaggio visivo: nel mondo reale siamo circondati dalla segnaletica stradale e in quello virtuale dalle icone ed emoticons.
In quest breve articolo non entrerò nel merito dei singoli tools utili per la creazione di infografiche, ma vorrei segnalarvene tre che vi invito a scoprire e a far utilizzare ai vostri alunni:
– infogr.am: una delle piattaforme online in cui è possibile iniziare ad esercitarsi con la sintesi e la presentazione dei dati. Utilizzata da molte testate giornalistiche ed enti no profit, richiede l’iscrizione ma è gratuita. Permette la condivisione delle infografiche ed ha inoltre una sezione dedicata alla scuola (qui il link alla sezione education);
– easel.ly: un programma gratuito che mette a disposizione numerosi template di facile personalizzazione. Molto utile la guida (qui il link);
– creately: anche questo tool prevede una sezione dedicata alla scuola (qui il link). Rispetto ad infogr.am questa web-app può essere utilizzata anche senza registrazione.
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