Perchè comprarlo quando posso farlo? Idee per alunni Maker (con Lego WeDo e Scratch)
Chi mi conosce sa bene che fin da piccola adoravo aprire i giocattoli per capirne il funzionamento (con relativo odio da parte di cugini e amichetti/e quando era invitata a casa loro).
Questa curiosità si è trasformata in voglia di sperimentare (anche se la maggior parte dei miei primi esperimenti non funzionava non mi sono arresa), e oggi che sento moltissime colleghe parlare dei cosiddetti giocattoli didattici o smart toys, mi piacerebbe condividere con voi alcune riflessioni.
Perchè acquistare dei robot se possiamo farli costruire ai nostri alunni? Ma come si fa a costruire un piccolo robot?
Per farlo dobbiamo iniziare dalle basi. Così come è stato per Scratch (di seguito i link al primo e secondo tutorial) cercherò in questo breve articolo di introdurvi in quella che possiamo cominciare a chiamare “robotica educativa”.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Che vuol dire robot? Il termine deriva dall’antico slavo ecclesiastico e può essere tradotto con robota o meglio servitù. Nel linguaggio comune, un robot è un’apparecchiatura artificiale che compie determinate azioni in base ai comandi che gli vengono dati e alle sue funzioni. Chiarito il suo significato andiamo a vedere cosa ci occorre per costruirne uno.
Rispetto al solo software, nella robotica abbiamo bisogno anche della parte hardware, ovvero la parte fisica di un computer (tutte quelle parti elettroniche, elettriche, meccaniche, magnetiche, ottiche che ne consentono il funzionamento).
Per iniziare a muovere i primi passi, vi consiglio di acquistare il set base della Lego WeDo. Esistono due versioni, quello wifi chiamato 2.0 e quello con cavo usb. Tra i due anche se costa leggermente di più vi consiglio il 2.0 , (evitando l’intralcio del cavo e potrà essere spostato e comandato con più facilità).
All’interno del set base troviamo oltre 150 elementi Lego, fra cui un motore, sensori di movimento e di inclinazione ed un hub. Un hub è un dispositivo hardware che svolge il compito di concentratore. Quando riceve dei dati da una qualsiasi delle sue porte non fa nient’altro che inoltrarli su tutte le altre. Potremmo definirlo pertanto un distributore di connettività.
Questo per noi è essenziale perchè potremmo creare il programma con Scratch e far trasmettere il coding all’hab fino al motore e ai sensori che inseriremo nelle nostre costruzioni Lego.
Il Lego WeDo è uno strumento molto semplice da usare che permette di integrare diversi tipi conoscenze e competenze, da quelle trasversali (comunicazione, collaborazione e team building) a quelle specifiche (informatica, scienze, tecnologia, ingegneria, etc).
Ma come proporlo in classe?
Ipotizziamo che i nostri alunni conoscano già Scratch (altrimenti qui trovate una guida per inziare a muovere i primi passi). Un’attività che suggerisco è quella di mettere a loro disposizione il kit Lego WeDo e fornirgli unicamente l’obiettivo che dovranno raggiungere. Una delle attività possibili da realizzare con Lego WeDo è il Goal Kicker, attività che ho proposto anche ai miei colleghi del Laboratorio di Tecnologie Audiovisive dell’Università di Roma 3 (qui il link all’articolo scritto da Andrea Patassini sull’esperienza fatta). Così come vi sto suggerendo di fare con gli alunni, anche a loro esplicitai unicamente l’obiettivo, ovvero quello di costruire una gamba in grado di calciare.
Perchè fornire l’obiettivo senza dare indicazioni su come costruire la gamba con i Lego? Beh qui entriamo nella sfera del problem solving in qualche modo vicina alla “Teoria per risolvere i problemi degli inventori” e alla più conosciuta “didattica per situazioni e problemi” (Problem Based Learning – PBL).
Nello sperimentarsi l’allievo diventa parte attiva dell’apprendimento, non esistendo risposte univoche (sia io che i miei colleghi abbiamo costruito 3 tipi di gamba completamente differenti) ognuno può dare sfogo alla propria creatività senza dover necessariamente ricalcare un modello “preconfezionato”.
Ma qual è il valore aggiunto dal Lego WeDo? Oltre alla parte “fisica” del progetto, cioè costruire una gamba che sarà in grado di calciare (inserendo all’interno quindi anche il motore che permetterà alla gamba di effettuare il movimento e il sensore di distanza che a sua volta consentirà alla stessa di azionarsi solo quando la palla sarà vicina al sensore), i nostri alunni dovranno capire quali comandi inserire su Scratch al fine di far effettuare correttamente il movimento.
La virtualità del coding troverà riscontro su un piano fisico e reale permettendo di capire il funzionamento di molti oggetti di uso comune.
Di seguito riporto una serie di competenze che è possibile sviluppare attraverso l’uso di Lego WeDo e Scratch:
– Pensare in modo creativo (Creative Tinkering)
– Sviluppare vocabolario e capacità di comunicazione per spiegare come funziona il progetto
– Stabilire collegamenti tra causa ed effetto
– Riflettere su come trovare le risposte e immaginare nuove possibilità
– Svolgere test nell’ottica dell’apprendimento per tentativi ed errori
– Effettuare osservazioni sistematiche e misurazioni
– Attivare il pensiero computazionale
– Creare un programma (coding) per la produzione di uno specifico comportamento
A questo articolo farò seguire a breve un tutorial sull’attività del Goal Kicker e sul codice di Scratch da inserire per far dialogare la parte software con l’hardware.
Stay tuned 🙂
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